PROGETTI
PROGETTO
Il restauro della Fontana dei Tritoni sull’isola di Malta, grazie ad un accordo di collaborazione con l’impresa romana De Feo Restauri.
DESCRIZIONE
C’è anche l’ENEA nel team tutto italiano che ha condotto il restauro della Fontana dei Tritoni sull’isola di Malta, grazie ad un accordo di collaborazione con l’impresa romana De Feo Restauri. La sinergia tra un’azienda privata altamente specializzata e un ente pubblico di ricerca ha fornito un’impronta hi-tech al restauro del monumento simbolo della capitale maltese, avviando un’efficace attività di trasferimento tecnologico dal laboratorio all’impresa. Dopo un intervento durato dodici mesi, l’opera dello scultore Vincent Apap e dell’architetto Victor Anastasi è tornata a “dominare” l’ingresso de La Valletta, dichiarata Capitale europea della Cultura 2018. La grande vasca in travertino - con al centro tre Tritoni in bronzo che sostengono un’ulteriore vasca anche questa bronzea - era stata inaugurata nel 1959 ma nel tempo, a causa degli agenti atmosferici aveva perso il suo splendore originario. “Il nostro compito - spiega la ricercatrice ENEA Valeria Spizzichino - è stato prima di tutto quello di identificare il tipo di degrado presente sulla superficie della vasca della fontana. E lo abbiamo fatto utilizzando sul luogo la nostra strumentazione laser mentre nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Casaccia e Frascati abbiamo analizzato i campioni prelevati. Questo tipo di indagine - prosegue la ricercatrice - ha permesso di individuare le cause del degrado e di identificare l’intervento di restauro più adatto”. I ricercatori dell’ENEA hanno poi testato insieme ai restauratori diversi metodi di pulitura chimica della superficie utilizzando quattro tipi di impacco su altrettante aree della vasca. Tutti gli impacchi, costituiti per lo più da laponite e polpa di cellulosa, sono rimasti a contatto con la superficie della fontana per circa ventiquattro ore. “Successivamente abbiamo sottoposto le parti trattate ad analisi hi-tech riscontrando un’efficacia diversa associata ad ogni trattamento - sottolinea Spizzichino - ma in nessun caso sono state individuate tracce di rimozione della calcite del travertino, in pratica nessun danneggiamento subito dal materiale trattato. Le nostre tecnologie di diagnostica - conclude la ricercatrice - ci hanno permesso di individuare in modo preciso il restauro più adatto per la fontana”.
RESPONSABILE SCIENTIFICO DEL PROGETTO
Dott.ssa Valeria Spizzichino